La incontravo al solito posto. In riva al mare. Nei tramonti. Nell’eternità di una canzone. E quei suoi occhi sembravano pieni di tutto. Catturavano attimi per conservarli, per farli vivere anche dopo. Era bella di ciò che aveva dentro. Bella che non aveva bisogno di parlarmi. Per me nuda. Che non aveva bisogno di svestirsi. Potevo leggere ogni suo istante. Ogni attimo era colmo di quella nostra sensibilità. A noi sensibili ci dicono malinconici. Forse intendendo la malinconia per tristezza. Ma non è così. Abbiamo solo sete di sentire. E il mare, un tramonto, la natura, due occhi, un silenzio, ci sanno parlare. (Angelo De Pascalis)